Prefazione di Jacques CHIRAC
Presidente della Repubblica Francese

 

È con un po' de stupore che ho accettato la richiesta di Bruno Comby di scrivere una prefazione al suo Elogio della Siesta. E anche con un certo divertimento, perché ricordavo le sue ricette per vivere meglio e sopratutto le sui istruzioni per cucinare insetti - cavallette in particolare - che, con vergogna, confesso di non aver mai osato sperimentare.

Ma a ben rifletterci, pigliando lo spunto dall'esperienza mia della siesta e per tutti i vantaggi ch'essa mi apporta per un migliore sfruttamento del tiempo, quest'idea di un libro che incoraggi la gente a praticare la siesta e a utilizzarne i benefici mi ha infine convinto. Purché la cosa sia intesa nel senso giusto.

E questo non è facile da noi, dove il solo accenno al riposo suscita spesso sberleffi. Basti accennare alle battute che l'umorismo popolare rivolge alla siesta e a coloro che la praticano. Senza dubbio ancora per molto tempo si continuerà a sorridere della pretesa pigrizia dei latini che, fin dall'antichità, dedicano questa pausa al riposo del primo pomeriggio, quando l'afa rende faticosa qualsiasi attività. Tuttavia è sciocco confondere il sonno con la pigrizia.

Il riposo è una cosa seria, la cui qualità condiziona la nostra esistenza. Sono molte le religioni che hanno sacralizzato il sonno del qualle Charles Peguy diceva che è "amico di Dio e dell'uomo". Gli antichi sapevano che la chiave dei sogni è anche quella dell'equilibrio e della felicità e raccomandavano la pratica della siesta.

È un fatto che la siesta facilita molto la vita di quelli che la praticano regolarità, sia perché essa semplicemente riposa, si anche perché - come posso io stesso testimoniare - apre loro quegli straordinari varchi di efficacia intellettuale offerti al lavoro dalla notte.

Tra i nostri contemporanei illustri, André Gide, fervente adepto della siesta, confessava di dedicarle un paio d'ore, e talvolta ancor più, ogni giorno, e di ricavarne grande profitto.

Alla radice di questo esistono precise ragioni biologiche che Bruno Comby analizza con rigore scientifico, senza esitare a scontrarsi, com'è sua abitudine, con alcune idee correnti.

Ad esempio, non è vero che la siesta danneggi il sonno notturno. L'autore, anzi consiglia di frazionare il sonno per obbedire meglio ai ritmi naturali dell'organismo e così abbreviare senza danno le notti.

E invece la siesta costituisce una ricetta di equilibrio alla portata di tutti, quando si sappia che un solo quarto d'ora di buon riposo sia sufficiente per rimediare alle più grandi fatiche.

Il libro di Bruno comby, più che un Elogio, sarà un prezioso compagno per uomini e donne che, schiacciati dagli impegni, pensano che una giornata di ventiquattr'ore sia troppo corta, ma anche un guida per quanti cercano nuovi orizzonti d'equilibrio e vera distenzione.

 

 

Jacques CHIRAC
Presidente della Repubblica Francese

 

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